LA STORIA

Entrare alla Taverna dei Templari significa fare un passo dentro la Storia e dentro l’Arte. Siamo infatti nell’antico Romitorio del Gorgolare, un ricetto di fondazione longobarda che ospitava fin dal settimo secolo i pellegrini in transito sulla strada che da Pavia, la capitale dei Longobardi, portava a Piacenza.

È qui che, prima di passare il Po, si fermò nel 990 d.C. Sigerico di Canterbury al suo ritorno da Roma, dove si era recato a ricevere il pallio vescovile. È dalla sua cronaca che è stato possibile ricostruire il cammino che dall’Inghilterra portava alla Città Eterna, cammino che oggi prende appunto il nome di via o via Francigena.

Fra queste mura, attorno al 1310, entrò a cercare ristoro per i cuoi sensi di colpa Corrado Confalonieri, trovando nel piccolo cenobio francescano di Padre Aristide il conforto spirituale che cercava. Da qui Corrado partirà per il pellegrinaggio che lo porterà fino a Noto, dove la sua opera caritatevole gli varrà l’elevazione agli altari e la devozione dei Netini e dei Calendaschesi. Le tracce di questi eventi sono ancora presenti alla Taverna: nei sotterranei, in cui c’è un pozzo d’epoca longobarda, e nella facciata principale, in cui sono visibili le tracce di un dipinto votivo e alcuni elementi decorativi d’epoca.

Oltre alla Storia, anche l’Arte è viva alla Taverna dei Templari, grazie all’intervento operato dal pittore Bruno Grassi e dai suoi figli all’inizio negli anni ’10, intervento che ha donato alle vecchie strutture del romitorio una nuova identità estetica e funzionale.

La Taverna oggi presenta una sala principale con 24 posti e due salette al primo piano, rispettivamente da 16 e 10 posti. Tutti i dettagli sono stati realizzati a mano dai Grassi con antiche tecniche artigiane: mattone vivo, intarsi marmorei, vetri cattedrale. La corte esterna, con una splendida fontana del Seicento, offre uno contesto meraviglioso per altri 45 posti utilizzati durante la bella stagione.

Nelle decorazioni della struttura si ritrovano temi propri della tradizione templare. I Cavalieri del Tempio, infatti, erano presenti tutt’intorno a Calendasco in una decina di insediamenti, attivi fino allo scioglimento dell’ordine avvenuto nel 1308. La loro misteriosa figura ci accompagna oggi nel viaggio che ogni giorno proponiamo ai nostri ospiti attraverso il Gusto e la Bellezza.